La Chiesa di S.Nicola di Bari

Di origine quattrocentesca e racchiusa all’interno del borgo fortificato, alla Chiesa, che affaccia sulla corte interna, si accede attraverso una doppia rampa di scale, che anticipa il porticato. Nell’analisi della Chiesa di San Nicola ci si imbatte innanzitutto nella irregolarità dell’articolazione planimetrica. Questa è caratterizzata da una navata principale sulla quale affacciano, dal lato sinistro (quello verso la piazza), tre ambienti in corrispondenza delle ultime tre campate e, dal lato opposto, delle cappelle a muro. Per accedere a questi vani laterali vi sono delle aperture ad arco per consentire le quali la volta a botte che copre la navata principale presenta delle lunette (cioè volte a forma di unghie). La volta a botte nell’architettura religiosa ha origini molto antiche, risalenti all’alto Medioevo, mentre è sicuramente successivo l’uso di arconi di sostegno trasversali che servono a rinforzare le volte a botte e che suddividono in campate la navata della Chiesa. Degli arconi originari, introdotti nel periodo preromanico, si conserva solo quello dell’ultima campata, la più vicina all’altare, che non arriva fino a terra, ma si innesta con un pulvino nella muratura; gli altri arconi sono delle aggiunte in mattoni di epoca recente. Invece, rimandano all’età rinascimentale le volte lunettate della navata centrale e i pilastri che sorreggono gli archi al posto delle colonne. Le cappelle laterali, apparse anch’esse in questo periodo, servono a scaricare la pressione delle strutture a volta della navata centrale.
Numerose dono le trasformazioni che questo edificio ha subito nel corso dei secoli. A cominciare dalle origini, che possono essere fatte risalire al X-XI secolo, quando si diffuse, con la traslazione delle reliquie a Bari, intorno al 1000, il culto di San Nicola, al quale è dedicata la Chiesa. La parete esterna del manufatto religioso è parte delle fortificazioni del castello. Fonti orali parlano di un granaio  che in seguito fu trasformato in Chiesa; l’esistenza di un granaio comunitario, appartenente alla Congregazione del Santissimo Sacramento alla quale aderivano le famiglie dell’abitato, è documentato nel XVII secolo.  La Chiesa può aver avuto la funzione di polo primario attorno al quale si sono aggregate le residenze. Il rapporto che si stabilisce tra Chiesa e Palazzo baronale, frequente in numerosi centri molisani e testimoniato qui dalla presenza di una grata che permetteva alla famiglia del feudatario di assistere ai riti religiosi dalla propria abitazione, può essere fatto risalire al problema della sepoltura. Infatti in questo edificio di culto ci sono le tombe di numerosi esponenti della stirpe nobiliare dei Petra. Questi, titolari del feudo, a cavallo del secoli XVII e XVIII, operarono lavori di trasformazione sia del castello che dell’edificio di culto, venendo a configurare piuttosto una Chiesa di corte che una cappella gentilizia, come dimostra la presenza di un elevato numero di altari. Una lapide, datata 1724, posta sulla porta d’ingresso, attesta che autore dell’intervento, che iniziò nel 1702, fu il Cardinale Vincenzo Petra; dello stesso periodo è l’unico documento sulla storia dell’edificio, conservato nell’Archivio parrocchiale e relativo all’autorizzazione concessa nel 1674 per erigere la Confraternita del Rosario nella Chiesa Madre. Dunque in epoca barocca la Chiesa si arricchisce di altari e, nella facciata, dei due portali. Ipotizzabile è anche un ampliamento del lato della struttura che dà verso la piazza e l’inglobamento del campanile nell’edificio religioso. Quest’ultimo, posto in posizione mediana rispetto ai due ingressi della Chiesa, è ad un solo piano e con tratto terminale cuspidato. La torre campanaria, oltre ai significati architettonici, ha anche valenze paesaggistiche: esso è posto nel punto più alto del castello, costituendo così un fulcro visivo per l’intero abitato. (Tratto da: Almanacco del Molise. Il Borgo fortificato di Vastogirardi. Francesco Manfredi Selvaggi. Edizioni Enne, Campobasso 1991.)
All’interno della Chiesa, di notevole pregio artistico sono le antiche statue di Sant’Anna, San Francesco, Sant’Amico, San Camillo de Lellis, Santa Lucia, San Rocco, San Giuseppe, della Madonna Addolorata e di Gesù morto, di Santa Maria Assunta, del Sacro Cuore di Gesù e della Madonna del Carmine. Su tutte troneggia la grande statua di San Nicola, realizzata nel 1871 da Francesco e Pasquale Di Capita

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Pagina aggiornata il 10/01/2018

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