Artigianato e gastronomia
Artigianato e Gastronomia Artigianato Artigianato e gastronomia Vastogirardi vanta una pregiatissima tradizione legata alla lavorazione del legno, di cui l’arte del “traforo” ne è sicuramente una delle espressioni più importanti.

Artigianato e Gastronomia
Artigianato
Artigianato e gastronomia
Tra le creazioni di maggior rilievo, oggetto di numerose mostre, citiamo le fedeli riproduzioni in scala del Duomo di Milano, della Mole Antonelliana e della Tour Eiffel; inoltre, significativa è la produzione di nicchie per statuine, quadri, cestelli, soprammobili, cornici, vasi e vassoi.
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Imponente la collezione artistica del pittore Ulderico Di Capita, che ha realizzato numerosi quadri esposti in diverse gallerie d’arte italiane. Fra tutti ricordiamo il quadro raffigurante la “Vergine Maria col Bambino”, oggi esposto nella Sala Conferenze “La Congrega” di Vastogirardi.
Fiorente anche l’arte legata alla produzione di tombolo e merletti. Le anziane del paese con pazienza e tenacia realizzano vere e proprie opere d’arte, spesso oggetto di mostre ed esposizioni.
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Le composizioni realizzate si prestano per allestimenti in Chiesa, addobbi in alberghi, semplici bouquet e composizioni a tema per varie ricorrenze. Il prodotto, originale e duraturo nel tempo, è brevettato a livello C.E.
Gastronomia
Vastogirardi vanta una rinomata tradizione in ambito culinario, data la varietà e la prelibatezza dei suoi prodotti tipici. Dall’abilità manuale dei maestri casari, veri e propri “artigiani del latte”, prendono forma prodotti genuini e gustosi di altissima qualità, come le mozzarelle, la stracciata ed il caciocavallo. Gli allevamenti locali sui verdi ed abbondanti pascoli forniscono saporite carni e gustosi insaccati, mentre il sottobosco è ricco di frutti, funghi e tartufi. I prodotti tipici locali sono vere e proprie eccellenze del gusto, espressioni di una terra incontaminata, dove la natura è rigogliosa e l’aria è salubre.
Il caciocavallo Artigianato e gastronomia
La stracciata
La stracciata trae la sua denominazione dal gesto di “stracciare” in pezzi la striscia di pasta filata, lunga e piatta. Essa è nata nelle terre dell’Alto Molise fin dagli inizi del secolo appena trascorso. Era in uso, a quei tempi, svolgere le feste, particolarmente quelle nuziali, con ricevimenti casalinghi nei quali, tra le altre cose, non mancava mai il pane con prosciutto e stracciata, quest’ultima, per la sua forma lunga e piatta, ben si adagiava sul letto del pane. Prodotta a partire dal latte crudo ottenuto da bovini che vivono sui salubri pascoli altomolisani si può gustare in tutti i periodi dell’anno anche se si apprezza particolarmente durante il periodo estivo quando gli animali sono condotti al pascolo.
La scamorza Artigianato e gastronomia
La manteca
Questo prodotto è composto da un involucro di pasta filata che ingloba una sfera di burro. L’origine della manteca è legata alla transumanza, cioè lo spostamento delle mandrie lungo i Tratturi che dal Molise nei mesi invernali andavano in Puglia; infatti, il rivestimento in pasta filata garantiva la perfetta conservazione, anche per lunghi periodi, del burro. È consigliabile degustare la manteca spalmandola su fette di pane abbrustolito, anche con l’aggiunta di tartufo o salmone. Ottima anche come condimento per la pasta.
La ricotta
La ricotta, il cui termine deriva dal fatto che non è prodotta direttamente dal latte ma dal siero residuo della lavorazione di altri formaggi che viene “ri-cotto”, cioè riscaldato fino ad 87-88 T, temperatura alla quale le proteine del siero si separano sotto forma di piccoli fiocchi ed affiorano in superficie. La ricotta ottenuta viene raccolta con un mestolo forato e trasferita nelle “fuscelle” per la fase di spurgo, che dura qualche ora. La ricotta si presenta di colore bianco, morbida e dal leggero sentore di latte. Si utilizza come antipasto, come condimento di primi piatti e si accompagna sia a vini rossi che bianchi.
Il tartufo
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L’Alto Molise non è solo terra di bellissime ed estese foreste, ma territorio ricco di pregiati prodotti del sottobosco, funghi e tartufi in particolare. Una volta raccolto, il tartufo viene utilizzato “fresco” come ingrediente base per la preparazione di ottime ricette culinarie oppure opportunamente lavorato per essere commercializzato. Il territorio è ricco soprattutto di Tuber aestivum (scorzone), Tuber borchii (bianchetto), Tuber brumale e moscatum e del prezioso Tuber magnatum pico, del quale, appunto, il Molise è il maggior produttore e rappresenta una delle principali ricchezze di Vastogirardi e dei paesi limitrofi. Carovilli, in particolare, è sede di una enorme tartufaia comunale, mentre a San Pietro Avellana, comune che fa parte delle venti Città Nazionali del Tartufo, ad agosto si tiene l’annuale Fiera Provinciale del Tartufo, che richiama turisti e buongustai anche dalle regioni limitrofe, ed ai primi di novembre la Mostra Mercato del Tartufo Bianco pregiato.
La Cucina Vastese
Le specialità gastronomiche tipiche di Vastogirardi fondano le loro origini nell’attività pastorale di cui il paese è stato caratterizzato per moltissimi anni, come dimostrato anche dalla presenza, nel proprio territorio, del Tratturo Celano-Foggia e, pertanto, si tratta di piatti semplici, genuini e poveri negli ingredienti principali e nelle lavorazioni. Artigianato e gastronomia
Il piatto principe della gastronomia locale, quello sicuramente più conosciuto grazie anche ad una sagra che si ripete annualmente nel mese di agosto all’interno del borgo medievale e che richiama numerosi visitatori dai paesi limitrofi, è quello dei “cazzariéglie e fasciuóle”, la cuiricetta è stata inserita nel patrimonio gastronomico italiano censito dall’Accademia Italiana della Cucina come “piatto tipico della tradizione territoriale”. Si tratta di pasta impastata a mano con farina ed acqua, che viene assottigliata ed allungata con i polpastrelli delle mani fino ad ottenere dei fili lunghi circa 30-40 cm e spessi 3-4 mm. I cazzariéglie vengono conditi con fagioli, cotti precedentemente, e insaporiti con un sugo preparat
Tra gli altri piatti tipici di Vastogirardi, tramandati di generazione in generazione, spiccano “re muócche”, specialità tipicamente invernale, rappresentata da una polenta molto dura fatta con farina di granturco condita con pancetta e salsicciasoffritta precedentemente in olio di oliva e “le sagne scarciate”, pasta impastata a mano con acqua e farina, la cui particolarità consiste nel fatto che l’impasto assottigliato viene, appunto, “strappato a mano” e condito con sugo. Altri piatti poveri della tradizione gastronomica locale, ma ricchi di sapore e realizzati con pochi e semplici ingredienti, sono “re pappóne”, cucinato con patate e pezzi di pane, che vengono cotti in acqua salata e mescolati fino ad ottenere un composto piuttosto consistente, “la bléta mbragliechiéta”, piatto realizzato con pane a pezzi cotto in acqua salata al quale si aggiunge verdura cotta (il tutto va ben amalgamato), “le fóglie e patane”, pietanza realizzata con patate e verza, la cui preparazione segue lo stesso procedimento dei precedenti piatti, “le pallòtte cace e óva”, tipiche polpette il cui composto viene ottenuto unendo e ben amalgamando uova, mollica sbriciolata di pane raffermo e formaggio, poi fritto in abbondante olio e, in alcuni casi, ripassato nel sugo.
Tra i dolci tipici, la cui produzione è generalmente legata all’approssimarsi delle feste più importanti e sentite (Natale, Pasqua, matrimoni, ecc), abbiamo i “pungechiéglie”, tipici del periodo natalizio, “re vescuótte de la zita”, tipico dei matrimoni.
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Ultimo aggiornamento
22 Dicembre 2022, 09:55